Pandit Hari Prasad Chaurasia
Nato il primo luglio del 1938 in Allahabad, India, Pandit Hariprasad Chaurasia iniziò i suoi studi musicali come vocalista sotto la guida di Pandit Rajaram. Entro un anno, passò al flauto dopo aver ascoltato Pandit Bholanath, un noto flautista di Benares. Così stette presso Bholanath per otto anni e nel 1957, poco più che adolescente, divenne un membro regolare della All India Radio di Cuttack (Orissa), dove lavorò come musicista e compositore.
Hariprasad Chaurasia ricevette ulteriori lezioni da Shrimati Annapurna Devi (surbahar), figlia del leggendario "Baba" Ustad Allauddin Khan e sorella di Ali Akbar Khan.
Chaurasia è stato fra i pochi musicisti classici indiani a fare un consapevole sforzo per espandere la fruizione della musica indiana. Egli è una rara combinazione di innovatore-tradizionalista, cosa che gli ha permesso di allargare significativamente le possibilità espressive del flauto classico indostano con la sua enorme tecnica del soffio e la sua unica capacità di adattare le parti lente (Alap e Jor) al bansuri.
Egli è immensamente popolare in India. Le sue vedute si estendono anche oltre l'orizzonte della musica classica indiana, verso la musica folk indiana, quella popolare e la musica occidentale.
Nel 1984, come riconoscimento per il suo eccezionale contributo alla musica classica indostana, ricevette il National Award dall'Accademia Sangeet Natak. Nel 1992 vinse il Padma Bhushan (per la prima volta conferito ad un flautista) ed il Konarak Samman. Nel 1994 gli fu dato lo Yash Bharati Sanman.
Pandit Hariprasad Chaurasia svolge tournè mondiali regolari ed ha registrato con artisti quali John McLaughlin, Jan Garbarek, Zakir Hussein, George Harrison, Yehudi Menuhin, Jean Pierre Rampal ed ha composto musiche per film indiani come Silsila dove ha collaborato con Pandit Shiv Kumar Sharma.
In aggiunta ai suoi concerti e all'attività compositiva, Hariprasad è un serio insegnante con parecchi discepoli che stanno iniziando a lasciare il loro marchio nel panorama musicale indiano.
INTERVISTA AD HARIPRASAD CHAURASIA - HINDUISM TODAY
Intervista ad Hariprasad Chaurasia
Di Choodie Shivaram, Bangalore, India - Hinduism Today - Ottobre 1995
A che età incominciò a studiare musica?
Iniziai a dieci anni. Ero appassionato di musica e la ascoltavo alla radio. Iniziai ad imparare la musica vocale hindostana dal Pandit Rajaram, mio vicino di casa. Egli riconobbe il mio talento e mi incoraggiò moltissimo. Però mio padre era un lottatore e desiderava fortemente che suo figlio intraprendesse il combattimento. Ero molto spaventato da mio padre. Lui ascoltava la musica ma non ne era molto interessato. Non voleva che nessuno di noi studiasse musica. Così iniziai a studiarla senza la sua guida. Praticavo segretamente a casa di un mio amico.
E sua madre, lo sapeva?
Mia madre morì quando avevo quattro anni e mezzo. Non ricordo di averla vista. Mio padre non si risposò, e sostenne da solo il peso di allevare quattro bambini. Era molto severo. Ero sempre spaventato quando lo vedevo.
Le manca sua madre?
Sì, persino oggi. In tutta la mia vita ne ho sentito la mancanza. Ogni volta che vedo un bambino con sua madre sento un dolore al cuore. Non ho neppure una sua fotografia, è presente solo nella mia immaginazione, la vedo sotto forma di dea.
Perchè passò alla musica strumentale?
Per qualche motivo non mi piaceva molto la mia voce. Dopo aver studiato canto per due anni, decisi di passare al bansuri. Avevo ascoltato dal vivo il grande maestro Pandit Bholanath di Benares. Immediatamente mi abbandonai a lui e divenni suo discepolo.
Quando diede il suo primo concerto?
Avevo quattordici anni, era un concerto molto corto. Poi lasciai la casa ed andai a Cuttack, Orissa, dove lavorai alla All India Radio nel 1954. Avevo circa 19 anni.
Come reagì suo padre al suo abbandono della famiglia?
Era scioccato e molto ferito. Tuttavia era anche felice che avevo trovato un lavoro di quel livello. Quando sei molto entusiasta di fare qualcosa e ti arriva un'opportunità, non sei scontento di rinunciare a qualcosa. Non mi sento infelice o rimpiango di aver lasciato la famiglia.
Avrebbe potuto diventare un buon lottatore?
No. Non ero molto bravo. Mi allenavo solo per far piacere a mio padre. Ma probabilmente a causa della forza e dell'energia che poi ho sviluppato, sono in grado di suonare il bansuri ancora oggi.
Come fu il suo periodo alla radio?
Vi partecipai come accompagnatore dei grandi musicisti nei loro concerti. Potevo praticare da 12 a 14 ore al giorno. A casa, era difficile praticare per due ore. Poi mi dimisi dalla radio e girai ovunque con i grandi musicisti. Desideravo molto diventare un professionista. L'unica cosa che volevo era padroneggiare l'arte; anzi, era una volontà divina.
Poichè lei non viene da una famiglia di musicisti, quanto fu difficile trovare un guru?
Ebbi un periodo molto difficile. Facevo una grande fatica. Finchè nel 1966, trovai un vero guru in Ma Annapurna Devi. Era la figlia del grande maestro Ustad Allauddin Khan e la moglie di Pandit Ravi Shankar. Tutte le volte che andavo da lei, mi mandava via dicendo: "Perchè vuoi lezioni da me? Io non insegno, vai da mio marito, lui ti insegnerà". Ero deluso che dopo dieci anni avevo finalmente trovato un vero guru e quello mi rifiutava. Attesi per tre anni. Alla fine, la mia persistenza convinse Ma Annapurna Devi del mio autentico interesse per la musica. Mi accettò come suo discepolo.
Chi sono le persone che l'hanno maggiormente ispirata?
La mia ispirazione veniva dall'ascolto dei grandi maestri. Il Signore Krishna mi ispirò a suonare il flauto. Non ci sono Sue registrazioni, tuttavia Lui è sempre qui che mi guida.
Lei è uno dei più grandi musicisti indiani attuali. Come si sente ai vertici?
Non c'è un massimo livello nella musica. Non mi sento del tutto esultante. Sto ancora combattendo per l'eccellenza. Devi ascoltare i grandi maestri, avere una sensibilità musicale, praticare duramente, ricercare ed usare l'immaginazione. Sto sempre imparando. Non ho mai dato nessun miglior concerto. Non sono soddisfatto. Posso esser diventato famoso, ma la lotta continua ad ogni livello.
Come si relaziona al suo pubblico?
Quando suono, non lo faccio per la gente. Suono per quel Potere superiore che sta fra la gente e me. Tra il pubblico ci sono diversi tipi di persone, ed è difficile soddisfare tutti allo stesso tempo. Suono per quella Forza. Se quella è soddisfatta e felice, mi sento benedetto.
Si considera un hindù ortodosso?
Bè, non vado quasi mai ai templi. Non trovo il tempo. In questo senso non sono religioso. La mia religione è la mia musica. Il Signore Krishna è il mio dio. Ogni volta che desidero pregare, ogni volta che voglio meditare e concentrarmi, prendo il flauto. Posso sentire Dio. La sensazione è difficile da spiegare, ma quando vi sono dentro, mi sento perso.
Gli stancanti orari di viaggio influenzano in qualche modo la sua musica?
Il flauto è uno strumento che più lo suoni più ti dà forza. Come gli esercizi di respirazione dello yoga. Sono in grado di aumentare la forza del mio respiro suonando di più. Però siccome viaggio non ho molto tempo di praticare.
Come trascorre la sua tipica giornata?
La mia giornata inizia alle cinque del mattino. Prendo il bansuri e suono finchè sono stanco. Trascorro tutto il tempo immerso nella musica. Non so quanto dormo. Persino quando dormo penso alla musica.
Durante il tempo dell'intervista ho potuto vedere sfumature di tristezza sul volto espressivo di Hariprasad Chaurasia. La sua voce gentile tradisce un patos infantile. Anche se fuori contesto, gli ho chiesto se era un uomo sofferente, in un tono amorevole, quasi materno.
Sì, sono molto triste. Le difficoltà della mia infanzia hanno lasciato un profondo solco in me. Tutto è stato difficile nella mia vita. Ma ora sono più forte ed in grado di pensare in positivo. Quando tutto è in armonia, sono felice.
1 A quanti anni hai cominciato a suonare ? quante ore studiavi al giorno?
Non ricordo di preciso ma iniziai presto Il primo concerto lo feci a quattordici anni. Cominciai a studiare tanto quando andai a Cuttack, Orissa, dove lavorai alla “All India Radio” nel 1954. Avevo 19 anni circa. Facevo l’accompagnatore di grandi musicisti nei loro concerti. Suonavo dalle 12 alle14 ore al giorno. Poi mi lasciai la radio e girai ovunque con i grandi musicisti. L'unica cosa che volevo era padroneggiare l'arte, anzi, era una volontà divina.
2 La tua famiglia non era di musicisti ti hanno aiutato nella tua scelta di diventare flautista ?
La mia famiglia non mi incoraggiavano a suonare il flauto in quel periodo non era facile guadagnarsi da mangiare. Iniziai ad imparare la musica vocale hindostana dal mio vicino di casa Pandit Rajaram. Egli mi incoraggiò moltissimo, riconobbe il mio talento. Quando ti dai alla dea della musica e lei ti aiuta tutto viene da se. Suonando tu dentro sei felice, fuori sei forte il mondo intorno a te riflette la tua gioia e la tua vita è bella.
3 Quando hai pensato di diventare un flautista professionista?
Sto ancora combattendo per ottenere il massimo. Devi ascoltare i grandi maestri, devi avere una grande sensibilità musicale, praticare duramente, ricercare ed usare l'immaginazione. Sto sempre imparando. Non mi ritengo ancora un professionista non ho un prezzario.
4 Perché hai scelto proprio il Bansuri e non il sitar o le tabla?
All’inizio perché costava poco, è più musicale ed è lo strumento di Krshna, si può trasportare facilmente è lo strumento più vicino alla natura. Lo avevo ascoltato dal vivo il grande maestro Pandit Bholanath di Benares. Immediatamente mi abbandonai a lui e divenni suo discepolo.
5 Sei impegnato anche nella didattica come trovi le giovani generazioni?
Le generazioni hanno più talento ma non hanno la pazienza di andare avanti a studiare hanno troppe distrazioni e desiderano subito il successo e la fama.
6 Chi ti ha maggiormente ispirato?
L’ascolto dei grandi maestri è stata la mia maggiore ispirazione. Il Signore Krishna mi ispirò a suonare il flauto. Lui tuttavia è sempre qui che mi guida.
7 Sei considerato l'ambasciatore della musica classica indiana nel mondo trovi che si possa trovare un punto d'incontro tra la musica indiana e la musica europea ? o appartenendo a due culture diverse pensi che debbano rimanere separate?
Sono uguali abbiamo tutti due braccia un naso. Di questa musica nuova fusion è come un temporale passa rapidamente quello che rimane è la musica classica. Nella musica classica gli elementi sole la luna esistono da sempre. In Europa avete i famosi compositori Bach, Mozart, Beethoven la musica classica indiana non è così noi impariamo dai nostri maestri ma poi quando si suona si crea un’identità personale si mette la propria essenza creando una cosa completamente unica (non come se i fratelli avessero tutti la stessa faccia) ognuno diventa compositore nelle rispetto delle regole del raga.
8 Che consiglio daresti ad un giovane che si avvicina allo studio del Bansuri?
Di trovare un bravo insegnante non uno che vuole un sacco di soldi e dopo un’ora ti manda via, un insegnante che ti voglia bene e che ti adotti come io faccio con voi. Poi lo studente deve capire se la musica è la cosa che vuole fare veramente. Se è si di dedicarsi interamente al flauto dimenticando il mondo. Poi essere sincero e tutto il resto verrà da solo.
9 Hai una discografia vasta se dovessi consigliare un tuo cd quale consiglieresti (anche più di uno)?
E’ come avere molti figli, sceglierne uno non è possibile.
10 Come mai a giudicare dalle copertine dei suoi cd suona sempre Bansuri diversi ?
E’ come avere diversi vestiti adatti ad ogni circostanza. Quando si crepano i Bansuri non si possono riparare, spesso quello preferito si crepa e non puoi farci niente.
11 Dove hai conosciuto il suo amico d’infanzia Osho?
Andavamo entrambi a pregare al tempio di un eccentrico prete Baba. Lui non sapeva chi sarebbe diventato da grande e neanche io sapevo quanto lui sarebbe diventato importante.
12 Come riesce a viaggiare e fare così tanti concerti dove trova la forza?
Il flauto è uno strumento che più lo suoni più ti dà forza è come gli esercizi di respirazione yoga. La musica unita alle persone che mi amano tanto mi fanno sentire come un re e questo mi da la una forza notevole.
Discografia Consigliata :
Hariprasad Chaurasia ha una discografia sterminata. Ho fatto una piccola cernita dei suoi lavori ma chi fosse interessato all’intera opera del maestro la potrà trovare comodamente nel Web.
1968 The Call of the Valley EMI
1970 Flute Recital EMI
1981 Flute Fantasy His Masters’s Voice
1985 Fabulous Flute Of Hariprasad Chaurasia Chhanda Dhara
1987 |
Nimbus |
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1987 |
Nimbus |
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1988 |
Ravi Shankar Music Circle |
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1989 |
Rykodisc |
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1989 |
Nimbus / Nimbus Records |
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1989 |
Nimbus |
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1989 |
Chhanda Dhara |
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1990 |
Rykodisc |
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1990 |
Chhanda Dhara |
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1989 |
Chhanda Dhara |
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1990 |
Rykodisc |
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1990 |
Chhanda Dhara |
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1993 |
Living Media India / Music Today |
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1993 |
Venus |
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1993 |
Navras Records |
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1993 |
Navras Records |
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1993 |
Music Today |
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1993 |
EMI Music Distribution |
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1993 |
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1994 |
Chhanda Dhara |
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1994 |
Music Today |
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1994 |
Music Today |
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1994 |
Music Today |
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1994 |
Music Today |
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1994 |
World Music Library |
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1995 |
Eternal |
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1995 |
Oriental |
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1995 |
Saregama / Blue Note |
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1996 |
Music Today |